Pizzo alla modenese

La Gazzetta di Modena pubblica un interessante intervista di Giovanni Tizian a Enzo Ciconte sull'infiltrazione mafiosa in zone tradizionalmente estranee al fenomeno, esprimendo lo stesso concetto che Saviano ha più volte esposto (ad esempio qui).

Cito alcuni punti che mi sembrano significativi:

L’enorme liquidità dei mafiosi permette loro di investire e di inquinare pesantemente l’economia pulita a corto di liquidità soprattutto in un momento di recessione come questo attuale.

Investono prevalentemente in immobili, case, pizzerie, imprese edili, negozi di abbigliamento.

Quando un’attività rimane aperta, nonostante le sue vendite siano nulle, c’è qualcosa che non va, potrebbe essere un centro di riciclaggio che alla fine della settimana paga regolarmente ogni onere fiscale attraverso l’emissione di fatture che dimostrano un’attività vivace.

Le due organizzazioni ['ndragheta e camorra] collaborano tra loro. Si scambiano droga, quando uno dei due rimane a secco, informazioni e non sono assolutamente in concorrenza.

Il primo metodo d’infiltrazione è l’usura. Attraverso il prestito, il mafioso mira ad entrare nell’azienda, conquistandola. Il secondo metodo consiste nel prelevare alcune quote societarie ed entrare a poco a poco nella struttura societaria, lasciando al proprio posto i proprietari originari in modo che essi fungano da prestanome.

La politica di crescente mimetizzazione attuata dalle mafie si sposa benissimo con [...] truffe e bancarotte.

il mafioso è diverso dall’immagine dei film. E’ ormai un uomo d’affari sempre più mimetizzato, attento a non destare allarme.

L’estorsione mafiosa avviene anche semplicemente obbligando il proprietario di una certa attività a fornirsi dal fornitore indicato dai mafiosi.

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