Luci della centrale elettrica

Bah, a me 'sto disco non piace molto. Epperò devo ammettere che c'ha pure un suo perché.

Diciamo che il Vasco Brondi (che s'é dato il bizzarro nome di "Luci della centrale elettrica") con il suo album di esordio ("Canzoni da spiaggia deturpata") ha prodotto un lavoro che mi fa pensare a un mix di Rino Gaetano (omaggiato esplicitamente nel brano finale "Nei garage a Milano Nord") e Claudio Lolli, aggiornati al nuovo millennio.

L'idea di una musicalità ridotta all'osso non mi dispiace, soprattutto la rinuncia alle percussioni, che spesso sono usate nella musica contemporanea in modo sovrabbondante se non ossessivo, anche se in realtà il brano che mi pare più interessante dal punto di vista sonoro é "Sere feriali", l'unico pezzo in cui si fa per l'appunto ricorso alle percussioni (utilizzate in un modo che mi ricorda vagamente la ricerca sonora di Björk).

Per farsi un'idea dei testi di Brondi, si può sbirciare il suo blog, e per ascoltare qualcuna delle sue canzoni si può fare un salto sulla pagina su myspace.

A parte il mio (modesto) parere un poco perplesso, il lavoro é piaciuto ed é anche stato premiato con la Targa Tenco per la miglior opera prima del 2008.

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