Differenziata alla valdostana

Erano parecchi anni che non andavo in Val d'Aosta, ma mi pare che già ai tempi la raccolta dell'immondizia fosse gestita come oggi, nel modo che si vede in queste due immagini prese a Gressoney Saint-Jean dalle parti del Castello Savoia: numerose casupole sparse nel paese, facilmente accessibili a turisti e residenti, in cui gli utenti possono lasciare i rifiuti divisi in plastica, carta, lattine, vetro e indifferenziato.

Credo che il meglio che noi possiamo contrapporre siano le campane per il vetro nella vecchia piazza del mercato, che mostro qui sotto. Spiace dire che anche con i valdostani non riusciamo a reggere il confronto. Non tanto per le loro simpatiche casettine (che da noi sarebbero inutili e fuori luogo), e nemmeno per l'accessibilità, dato che questa nostra installazione, al contrario di quella di via de Simoni, è stata evidentemente pensata bene sotto questo aspetto, quanto per l'offerta e l'informazione.

Perchè solo vetro (e forse lattine)? Non è possibile darci la possibilità di portare lì anche altri materiali? Perchè l'unica informazione (quasi) leggibile è un cartello semisepolto dalla vegetazione che avverte il malcapitato utente che potrebbe essere filmato mentre lascia la sua bottiglia di passata di pomodoro? E cosa si può effettivamente buttare nelle campane? Si intravedono delle spiegazioni appiccicate sulle campane, ma sono sbiadite dal sole e dalle intemperie, e più che lette vanno immaginate.

Non sarebbe bello se i nostri amministratori migliorassero i servizi offerti invece di lagnarsi di quanto siamo incapaci noi cittadini di ottenere buoni risultati?

Nessun commento:

voglio scendere Opera, the fastest and most secure web browser