Una citazione interessante è questa (pp.249, 250):
All'inizio credo di avere avuto un'idea piuttosto ingenua della lettura, secondo la quale lo scopo di leggere un testo é unicamente di lasciare che esso "parli da sé", scoprendo il significato inerente alle sue parole. La realtà, ne ho preso atto, é che il significato non é inerente e in testi non parlano da sé. Se lo facessero, chiunque leggesse un testo in modo onesto e aperto concorderebbe su ciò che esso dice. Ma le interpretazioni diverse abbondano e i lettori non sono d'accordo su ciò che uno stesso testo significa.
[...] I testi non si limitano a rivelare il proprio significato a chi li studia con onestà, ma vengono interpretati da esseri umani che (proprio come i loro autori) vivono e respirano, e possono trovarvi un senso solo spiegandoli alla luce di altre conoscenze, chiarendone il significato e illustrandone le parole "con altre parole".
Così facendo, tuttavia, i lettori modificano le parole originali. Durante la lettura di é obbligati a farlo. Non si tratta di un processo che si possa decidere di fare o non fare, quando si scorre un testo: per comprenderne il significato occorre leggerlo, per leggerlo occorre esprimerlo con altre parole, per esprimerlo con altre parole occorre avere altre parole con cui esprimerlo, per avere altre parole con cui esprimerlo occorre avere una vita propria, per avere una vita propria occorre avere desideri, brame, esigenze, mancanze, convinzioni, prospettive, visioni del mondo, opinioni, simpatie e antipatie e tutte le altre cose che rendono umani gli esseri umani. Perciò leggere un testo significa necessariamente modificarlo.
Torniamo alle pp. 14, 15 - dove l'autore ricorda le prime piccole dissonanze che trovò nei vangeli:
In Marco 2 [viene citato un fatto che ha per protagonista re Davide] "al tempo del sommo sacerdote Abiatar", [...] se si consulta il passo dell'Antico Testamento citato da Gesú (1 Sam 21,1-6) si scopre che l'episodio di Davide era avvenuto non quando era sommo sacerdote Abiatar, ma quando lo era Achimelec, suo padre.
[...] se poteva esistere un piccolo, insignificante errore in Marco 2, forse potevano esistere errori anche altrove. [...] in Marco 4, Gesú dice che il granello di senape é "il piú piccolo di tutti i semi che sono sulla terra", non era necessario che io trovassi una spiegazione fantasiosa per tale affermazione, che sapevo benissimo non corrispondere alla realtá.
E forse gli "errori" riguardavano anche questioni piú importanti. [...] Gesú fu crocifisso il giorno dopo il pranzo della Pasqua ebraica (Mc 14,12; 15,25) [o] il giorno prima [...] (Gv 19,14) [...]
Giuseppe e Maria tornarono a Nazareth poco piú di un mese dopo che erano venuti a Betlemme [...] (Lc 2,39) [o] fuggirono in Egitto (Mt 2,14-22) [...]
Paolo [...] dopo la propria conversione sulla via di Damasco non andó a Gerusalemme ... (Gal 1,16-17) [o] fu la prima cosa che fece dopo aver lasciato Damasco (At 9,26)
Marco 2:
25 Ma egli disse loro: "Non avete mai letto ciò che fece Davide, quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e quelli con lui?
26 Come egli entrò nella casa di Dio, al tempo del sommo sacerdote Abiatar, e mangiò i pani di presentazione che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche a quelli che erano con lui?".
1Samuele 21
1 Davide si alzò e partì e Giònata tornò in città.
2 Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech. Achimelech, turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non c'è nessuno con te?».
3 Rispose Davide al sacerdote Achimelech: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia niente di questa cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico. Ai miei uomini ho dato appuntamento al tal posto.
4 Ora però se hai a disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare».
5 Il sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete mangiarne».
6 Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi sono mondi».
Marco 4, 31: Esso è simile a un granello di senape che, quando è seminato in terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra;
Marco 14:
12 Ora, nel primo giorno della festa degli Azzimi, quando si sacrificava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a prepararti da mangiare la Pasqua?»
25 Era l'ora terza quando lo crocifissero.
Giovanni 19, 14: or era la preparazione della Pasqua, ed era circa l'ora sesta; e disse ai Giudei: «Ecco il vostro re»
Luca 2,39: Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
Matteo 2:
14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto,
15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
16 Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.
17 Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
18 Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.
19 Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto
20 e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino».
21 Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. 22 Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea
Galati 1:
16 di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo,
17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
Atti 9,26: Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo.
Alle pp. 74, 76 si legge così:
[É noto l'episodio in Giovanni della] donna "che era stata sorpresa in flagrante adulterio" [...] "Chi di voi é senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" [...]
Malgrado la storia sia brillante, suggestiva e intrinsecamente affascinante, essa pone un altro, enorme problema: si dá il caso che in origine non rientrasse nel Vangelo di Giovanni. Anzi, non faceva parte di nessuno dei vangeli. Fu aggiunta da scribi di epoca successiva.
[...] l'episodio non si trova nei nostri migliori e piú antichi manoscritti del Vangelo di Giovanni, lo stile in cui é scritto é molto diverso da quello che troviamo altrove nel testo giovanneo [...] e comprende un gran numero di parole ed espressioni altrimenti estranee a tale vangelo.
Giovanni 8:
1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.
2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,
4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Wiki:
Codex Sinaiticus
Codex Vaticanus
Alle pp. 77, 78 si parla dalla conclusione del Vangelo di Marco:
Si dice che lo stesso Gesù appare prima a Maria di Madgala, che va ad annunziarlo ai discepoli, senza però essere creduta (vv. 9-11), poi ad altri due (vv. 12-14) e, infine, agli undici discepoli [...]
É un brano formidabile, misterioso, commovente e potente. [...] Ma c'é un problema. Il passo in origine non era nel Vangelo di Marco. Fu aggiunto in seguito da uno scriba.
Marco 16
1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
2 Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.
3 Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». 4 Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.
5 Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
6 Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.
7 Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».
8 Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.
9 Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
10 Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
11 Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
12 Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
13 Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
14 Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
Impressionante l'analisi quantitativa che accenna a p.105:
[Il] numero complessivo delle varianti note al giorno d'oggi [varia tra] duecentomila [e] quattrocentomila o più [; conviene quindi] considerare la questione in termini comparativi: vi sono più variazioni fra i nostri manoscritti che parole nel Nuovo Testamento.
Alle pp. 106-109 elenca alcune modifiche non intenzionali:
["Signore" (Kurios) abbreviato ~ "tempo" (kairos)] Paolo esorta i suoi lettori a "servire il tempo"
["Spirito" (Pneuma) abbreviato ~ "bevanda" (poma)] Paolo dichiara che tutti hanno "bevuto una sola bevanda"
parablepsis (guardare di fianco) causato da un omeoteleuto (stesse desinenze)
somiglianza non di tipo visivo, ma di tipo uditivo [come in] Apocalisse 1,5 [si trova] "colui che ci ha liberati [lusanti] dai nostri peccati" [invece di] "ci ha lavati [lousanti] dai nostri peccati"
... e alle pp. 110-113 qualche modifica intenzionale:
[In] Matteo 24,36, dove Gesù predice la fine dei tempi dicendo: "Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre" [espunto "il Figlio"]
[Nel passo] "Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale é nato Gesù, chiamato Cristo" [nella versione ufficiale] non si dice che é il "figlio" di Giuseppe [ma per qualche scriba ciò] non sufficiente, e quindi [si scrive] "generò Giuseppe, cui, essendogli promessa, la vergine Maria partorì Gesù, detto Cristo"
[Inoltre vi é una] tendenza degli scribi ad "armonizzare" i passi dei vangeli
A p. 119 si cita la polemica tra Celso e Origene:
Già nel II secolo il pagano Celso aveva sostenuto che i cristiani lo modificavano [il Nuovo Testamento] a piacimento, come gente ubriaca, mentre il suo avversario Origene parlava di un "gran" numero di differenze tra i manoscritti dei vangeli
A p. 129 una bella citazione da Johann Albrecht Bengel:
"Proclivi scriptioni praestat ardua", la versione difficile deve essere preferita a quella semplice.
E alle pp. 131, 132 si cita l'interessante lavoro di Johann James Wettstein:
["Dio" (Theos) abbreviato in Theta Sigma ~ Omicron Sigma "chi"] Esaminando il Codex Alexandrinus Wettstein si accorse che la linea sovrastante era tracciata con un inchiostro diverso da quello delle parole circostanti e sembrava quindi dovuta a una mano posteriore [la versione originale] non tratta di Cristo come di "Dio reso manifesto nella carne", bensì di Cristo "il quale fu reso manifesto nella carne".
[Si é trovato che] altri passi di norma adottati per affermare la dottrina della divinità di Cristo [...] in realtà presentavano problemi testuali. [Risolti i quali] nella maggior parte dei casi i riferimenti alla divinità di Gesù vengono rimossi.
Matteo 24, 36:
Nuova Diodati: Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre mio.
CEI: Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
E concludo questo chilometrico post con i problemi indicati alle pp. 95, 96 sull'ostico concetto di Trinità:
[Il passo estratto dalla] Prima lettera di Giovanni 5, 7-8, denominato dagli studiosi "Comma giovanneo", [é] presente nei manoscritti della Vulgata latina ma non nella grande maggioranza dei manoscritti greci. Si tratta di un passo da tempo tra i preferiti dei teologi cristiani, essendo l'unico dell'intera Bibbia a delineare in maniera esplicita la dottrina della Trinità
[...] Sono in tre a recare testimonianza in cielo: il Padre, il Verbo, e lo Spirito, e questi tre sono una cosa sola; e sono in tre a recare testimonianza in terra, lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono una cosa sola. [...]
Senza questo versetto, la dottrina della Trinità deve essere dedotta da una serie di passi combinati per dimostrare che Cristo é Dio come lo sono lo Spirito e in Padre e che tuttavia esiste un solo Dio.
[Nei] manoscritti greci [la versione accreditata é la seguente]: "Tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono una cosa sola"
1Giovanni 5 (Nuova Diodati)
6 Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, cioè, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con acqua e con sangue. E lo Spirito è colui che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
7 Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno.
8 Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo come uno.
9 Se noi accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è ancora più grande, poiché questa è la testimonianza di Dio che egli ha dato circa il suo Figlio.
(CEI)
7 Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza:
8 lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
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