p.267: Nel 1900 il fisico teorico Max Planck, comprendendo che "a mali estremi, estremi rimedi", fece l'unica cosa possibile per spiegare lo spettro della luce emessa da un corpo incandescente: imbrogliò. Prima determinò l'espressione matematica che corrispondeva alla curva di luminescenza ottenuta negli esperimenti; una volta ricavata la formula che gli serviva, cominciò a cercare una sua giustificazione fisica. Dopo che ebbe provato vari modelli, l'unica soluzione che riuscì a immaginare e che gli dava l'equazione della curva di luminescenza richiesta comportava delle restrizioni all'energia degli atomi del corpo incandescente. Planck ipotizzò che in qualsiasi atomo gli elettroni possano avere solo dei determinati livelli di energia. Questa teoria fu chiamata fisica quantistica, dal latino quantum. A livello pratico la separazione tra livelli di energia adiacenti é molto piccola. E intendo dire davvero piccola [...] meno di cinquanta milionesimi di trilionesimo [dell'energia di una palla da tennis colpita con forza]. Questo dovrebbe darvi un termine di paragone la prossima volta che sentirete una pubblicità vantare l'ultima innovazione di un'auto o un detersivo, definendola un "salto quantico".
Il gatto di Schroedinger in molti mondi
p.291: Nel 1957 Hugh Everett III sostenne che, una volta chiuso il gatto nella scatola, si creano e su separano l'uno dall'altro due universi paralleli quasi identici: in uno, allo scadere dell'ora il gatto é morto e nell'altro é vivo. Ciò che facciamo quando apriamo la scatola non comporta il collasso della funzione d'onda, e il gatto non é al 50 per cento morto e al 50 vivo. Dopo un'ora invece non facciamo altro che determinare in quale dei due universi viviamo, se quello in cui il gatto vive o quello in cui muore.
La fisica dei supereroi - James Kakalios, (Lorenzo Lilli) Einaudi
1 commento:
davvero interessante! avevo visto quel libro su qualche scaffale ma senza "avvicinarlo". è un "must-have", grazie per la dritta;-)
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