Un gigante di sette centimetri

Su Science Daily si legge (in inglese) che l'effetto Lilliput é stato messo in discussione da un composito team di scienziati che ha passato anni a studiare la riconquista dell'ambiente dopo l'estinzione di massa del Permiano-Triassico. Come controesempio eclatante hanno portato la scoperta di un gastropodo gigante che viveva praticamente a ridosso di quella catastrofica estinzione.

E' una bella notizia, oltre per l'interessante scoperta in sé, anche perché ci dice come funziona il metodo scientifico.

Ma forse é meglio dare prima un po' di dettagli. L'articolo sopra citato li dà ma, come ho detto, in inglese. Li traduco per chi abbia problemi con quella lingua.

Le estinzioni di massa sono un fenomeno relativamente frequente sul nostro pianeta. Negli ultimi 540 milioni di anni ce ne sono state una ventina, con un diverso impatto sulle forme di vita. Quella del Permiano-Triassico é la più devastante, é avvenuta circa 250 milioni di anni fa e ha sterminato il 90% delle specie marine esistenti ai tempi.

In seguito a queste catastrofi si creano condizioni tali per cui la vita in quell'ambiente é severamente compromessa per lunghi periodi. In particolare si era generalmente accettata una teoria, appropriatamente chiamata "effetto Lilliput" secondo cui certi organismi marini, come i gasteropodi o i bivalvi, reagissero a tali eventi riducendo la propria dimensione e che occorressero molti milioni di anni prima che si tornasse alle dimensioni originarie.

Il gasteropodo trovato nel corso di questa ricerca data a "solo" un milione di anni dopo l'estinzione di massa P-T, eppure ha una dimensione "gigantesca", se paragonata a quella degli altri gasteropodi di quel periodo. Si parla di sette centimetri contro uno.

Dicevo che questo risultato ci spiega come funziona il metodo scientifico. Abbiamo infatti una teoria - l'effetto Lilliput - che é servita bene e a lungo per spiegare il comportamento di alcune specie animali dopo le estinzioni di massa. Un team di scienziati trova un caso che non si adatta alla teoria, dunque si studia meglio questo caso e, se si verifica che non riesce a trovare una sua spiegazione all'interno della teoria esistente, si cambia la teoria per fare in modo che spieghi anche questo caso.

OK. Ma questo accade tutti i giorni, perché ne parlo qui? Perché ho letto questo post di Sylvie Coyaud su oggi scienza che cita un terribile articolo del Corriere della Sera sullo stesso argomento ma a cui é stato dato un titolo che c'entra come i cavoli a merenda: "Fossili di gasteropodi giganti mettono in discussione la storia evolutiva". Oltre al titolo, l'articolo tratta la materia in modo, mi vien da dire, un po' distratto ma ha soprattutto una chiusa assolutamente ingiustificata: "Ora questa specie gigantesca dello Utah rimette in discussione molte certezze ormai acquisite sull'origine della vita sulla Terra".

Il gasteropodo ritovato non mette in discussione una non ben precisata storia evolutiva ma il solo effetto Lilliput, che si pensava valesse per alcuni organismi marini. E quali sarebbero mai le certezze acquisite sull'origine della vita che questo fatto metterebbe in discussione?

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