All'impronta

Leggo sull'Ansa l'ennesima dichiarazione che, direi improntamente, attribuisce alla misura del nostro governo di schedare i bambini di etnia rom lo scopo di "garantire che possano andare a scuola per ricevere un'educazione, come tutti gli altri bambini italiani".

Noto che le cronache degli ultimi giorni hanno riportato con una certa rilevanza (almeno a livello varesotto) il triste caso di un ragazzotto che a scuola proprio non ci va. Lui dice di studiare da privatista - anche se qualcuno mormora che sia invece costretto dal suo babbo a seguirlo nel suo peregrinare da una piazza all'altra - ma ciò non è evidentemente sufficiente, e non riesce a prendere uno straccio di diploma.

A dire il vero, non sono certo di cogliere il nesso tra il fatto di essere schedati e quello di garantire una normale educazione, ma se questo può aiutare il povero Renzo Bossi a finire il liceo, che diamine, lo si schedi.

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