Franco, anzi, molto di più, Gianfranco. E' questo il Fini di cui scrivo qui. Anni fa ho visto un incontro politico, in occasione di una qualche elezione, tra Fini e D'Alema e sono rimasto colpito da quanto i due fossero simili. Avrebbero ben potuto essere uno al posto dell'altro, se solo il destino avesse leggermente scompigliato le loro vite.
La differenza sostanziale che percepisco tra i due é che D'Alema é antipatico, Fini é incomprensibile. Ma entrambi hanno un circolo di sostenitori che sostiene che, a conoscere bene il soggetto si scopre che non é niente vero, loro non sono così.
Secondo me, i rispettivi sostenitori sbagliano.
Ma torniamo a Fini. La sua incomprensibilità, il suo procedere in modo contraddittorio tra le spire della politica italiana, non lo ha danneggiato, anzi. Ha preso in mano un partito (post)fascista, condannato a restare in un ghetto, fuori dai giochi maggiori della politica nazionale, e l'ha portato ... a cosa non mi é chiaro, ma é un fatto che gente targata Alleanza Nazionale ha occupato poltrone un po' dappertutto, e il Fini stesso é spokesman della Camera, la terza carica istituzionale dello Stato.
Eppure ha passato indenne eventi che avrebbero distrutto la credibilità di leader politici in gran parte del mondo. A memoria ne elenco qualcuno.
Tirar dentro nel proprio partito un personaggio come Alessandra Mussolini, nipote di quel Mussolini che ha inventato il fascismo e ha tenuto l'Italia sotto una dittatura per venti anni di fila non mi sembra una idea geniale, se si pensa di traghettare il proprio partito fuori dalla nostalgia per quel periodo. O, se si vuole mantenere nelle proprie fila questi nostalgici, non é il massimo dichiarare ufficialmente che il fascismo é stato parte del male assoluto. Fare entrambe le cose, alternare dichiarazioni secondo cui il proprio partito é un moderno partito di destra europeo che ripudia il fascismo, con strizzatine d'occhio e atteggiamenti tolleranti con ambienti fascisti finisce per far pensare a un po' tutti che AN non sia in realtà che un partito che gestisca voti e potere, che non abbia una propria ideologia.
Coppie di fatto. Fini ha una lunga esperienza di coppie eterodosse. Era ancora un giovinetto quando si é messo insieme con la ex-moglie di un compagno (o si dirà ancora camerata?) di partito. A quei tempi la posizione del Movimento Sociale, se ricordo bene, era di condanna assoluta del divorzio, figuriamoci cosa se ne pensava delle coppie non canoniche. Fatto sta che la convivenza é diventato matrimonio (civile, assumo) ed é durato a lungo. Questo sua conoscenza di come vanno le cose del mondo lo avrebbe dovuto spingere, a mio avviso, a spingere per una posizione più moderata su questo tema. Possibile che si debba pensare ancora oggi che esiste un solo modello di famiglia, quello della unione indissolubile definita da un matrimonio in chiesa (cattolica)? Non é così, la nostra società, nei fatti, non funziona così. Fini lo sa sulla sua pelle, perché ostinarsi a sostenere un modello che non rispecchia la realtà?
Niente, si pensa a un giorno della famiglia, intesa per l'appunto secondo il modello cattolico, e Fini appoggia la manifestazione senza se e senza ma (come si usava dire nel recente passato, mi pare che suoni già obsoleta, sic transit gloria mundi!), senza considerare il fatto che proprio in quei giorni il suo matrimonio stava andando definitivamente a rotoli. Gli eventi scantenanti che lo avrebbero portato a diventar presto padre era infatti già stati, come dire, consumati. Insomma, ha messo incinta una donna che non era sua moglie.
Cose che capitano. Succedono tutti i giorni cose così. Ma é appunto questo il punto, Fini sa bene che queste cose succedono, perché mai opporsi al fatto che lo Stato prenda atto della situazione reale e la regolamenti in modo razionale?
Quello che mi vien da pensare é che Fini abbia successo in quanto la contraddizione, l'inesplicabile sia proprio della cultura italiana e lui interpreti ciò molto bene.
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